TERZA CORSIA A4 ALVISOPOLI – PORTOGRUARO: dagli scavi emerge una difesa spondale di un vecchio corso d’acqua.

TERZA CORSIA A4 ALVISOPOLI – PORTOGRUARO: dagli scavi emerge una difesa spondale di un vecchio corso d’acqua.

La terza corsia dell’A4, nel tratto Alvisopoli – Portogruaro, ha portato allo scoperto una struttura archeologica di quasi duemila anni fa: un’importante difesa spondale, sulla riva di un corso d’acqua oggi scomparso, che apparteneva al complesso sistema idrografico composto dal Lemene e dai rami terminali del Tagliamento.
Nello svincolo di Portogruaro è stata riportata alla luce un’imponente struttura costituita da alcune file di pali infissi verticalmente nel terreno, collocati in alternanza a tavole lignee disposte in orizzontale, e da un costipamento di mattoni e tegole alla base.
La scoperta è avvenuta a marzo del 2019. I lavori sono stati sospesi e gli archeologi della ditta Malvestio Diego di Concordia hanno riportato alla luce ampi tratti di un manufatto di ragguardevoli dimensioni. La struttura, che è ampia più di 3 metri, si sviluppa con andamento Nord Est-Sud Ovest per oltre 60 metri, indicando l’andamento dell’antico corso d’acqua. L’indagine archeologica ha previsto anche l’esecuzione di sei carotaggi meccanici alla profondità di 20 m.
L’imponenza delle strutture archeologiche e le ottimali condizioni di conservazione hanno motivato la scelta di conservare il manufatto. Autovie Venete, di concerto con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, ha adeguato il profilo del bacino all’andamento della struttura di difesa spondale. In questo modo, opportunamente protetti con stesura di geotessuto e uno strato di inerte, è stato possibile rinterrare i resti archeologici sotto la sponda dell’invaso, ripristinando le condizioni originarie di conservazione. Inoltre, in corrispondenza del perimetro di bacino interessato dai reperti, lo stradello di manutenzione presenterà una diversa pigmentazione, per richiamare la struttura archeologica conservata nel terreno sottostante.
“La struttura venuta alla luce riveste una grande importanza” ha dichiarato l’archeologa della Soprintendenza Mariacristina Vallicelli, funzionaria responsabile dell’area metropolitana di Venezia. “La difesa spondale appartiene al territorio che duemila anni fa faceva riferimento alla città romana di Iulia Concordia ed il suo studio già avviato consentirà di conoscerne nuovi aspetti”.

Autore: Antonio Martin – Gruppo Archeologico Veneto Orientale