REGIONE & TURISMO: Scoprire l'archeologia, ben 180 itinerari (siti).

Il Gazzettino, 14 agosto 2005

Ben 180 itinerari (siti)per scoprire l'archeologia del Friuli Venezia Giulia. Li propone la Società Friulana di Archeologia che, in collaborazione con l'assessorato regionale al turismo, ha realizzato una vera e propria guida tascabile.


È un prezioso vademecum che esplora i siti archeologici da Aquileia fino alle località ancora poco conosciute, delineando i poli di interesse attraverso itinerari facilmente fruibili da turisti, curiosi e appassionati. I siti sono raggruppati in ventuno percorsi principali che interessano l'intero territorio regionale, dai Colli del Friuli Centrale a Spilimbergo, dalle terre dei Magredi all'Isontino, fino alla Costiera triestina.

La guida verrà presentata alla nona edizione della Borsa Mediterranea del Turismo archeologico a Paestum (Salerno), a novembre, corredata delle informazioni utili a incuriosire e a soddisfare il desiderio di conoscenza degli addetti ai lavori, invitando a un turismo alternativo nell'estremo Nordest italiano.

A partire dal famoso Foro Romano di Aquileia la guida costruisce un percorso tra siti archeologici ancora tutti da scoprire per il grande pubblico. A partire dallo scavo di Misinicis, una frazione di Paularo, dove una campagna di scavi effettuata tra il '96 e il '99 ha fatto emergere una necropoli dell'età del Ferro, nella quale sono venute alla luce ben 105 tombe con ossa combuste in urne di ceramica, corredi funebri e soprattutto oggetti di ornamento. Un ritrovamento che sembra testimoniare chiaramente il contatto con gli ambienti celtici da parte delle popolazioni friulane del VIII e IV secolo a.C.. La torre romana di Verzegnis (XII-XIII sec d.C), rappresenta l'ideale proseguimento del cammino archeologico. Situata sulla sommità del colle Mazéit, la torre, che domina verso Nord lo sbocco della valle del But nel fiume Tagliamento, rientra nel sistema di fortificazioni dell'Impero Romano a difesa dei valichi alpini, e aveva un importantissimo ruolo di controllo sulle possibili ondate di invasori nella pianura friulana. Proseguendo verso la montagna carnica, uno stop si impone ad Ovaro. L'itinerario si chiude con una passeggiata a Palmanova.