MORUZZO (Ud). Completata la campagna di scavi archeologici: reperti in esposizione.

MORUZZO (Ud). Completata la campagna di scavi archeologici: reperti in esposizione.

È da poco terminata a Moruzzo la prima fase degli scavi archeologici iniziata circa sette anni fa e per questo l’amministrazione comunale, in collaborazione con la Società friulana di archeologia, a breve organizzerà una mostra in cui verranno esposti i reperti rinvenuti corredati da pannelli esplicativi e da un opuscolo divulgativo. L’iniziativa è indirizzata a tutta la popolazione, ma in modo particolare ai bambini e ai ragazzi delle scuole al fine di far loro conoscere il grande patrimonio storico conservato nel territorio.
«I rilievi effettuati e i materiali rinvenuti nel sito della villa rustica romana oggetto degli scavi e posizionata fra l’incrocio della strada dei Quattro Venti e la via provinciale che da Moruzzo porta a Caporiacco e Lauzzana – spiega lo studioso Pierluigi Banchig – sono già in grado di delineare una prima immagine dell’insediamento e proporre nuove ipotesi sulla colonizzazione in età romana del territorio collinare di cui finora ben poco era noto».
Le ripetute campagne di scavo hanno messo in luce articolate strutture, sovrappostesi in almeno tre fasi edilizie che documentano modifiche e ricostruzioni successive. I ritrovamenti sono stati molteplici ma il più sensazionale e curioso è costituito da una lamina di piombo. Dalle analisi delle scritte in essa incise si risale al fatto che la Villa rustica di Moruzzo ricevette barbatelle molto pregiate per impiantare una nuova vigna con viti fino al momento coltivate dai romani solo a “Setia”, in provincia di Latina.
«L’auspicio è che dopo questa prima campagna conclusa con la totale ricopertura del sito – conclude Banchig – le ricerche possano essere riprese a breve con l’obiettivo di indagare anche le aree più a nord in cui le foto aeree evidenziano varie strutture sepolte. Ciò, al fine di riportare alla luce tutto l’insediamento per valorizzarlo e permettere la frequentazione di quest’area archeologica unica per l’ambito in cui è situata».

Autore: Maurizio Di Marco

Fonte: www.messaggeroveneto.it, 30 gen 2019