IN MARE LA SCOPERTA CHE RISCRIVE LA STORIA DI AQUILEIA

IN MARE LA SCOPERTA CHE RISCRIVE LA STORIA DI AQUILEIA

Così annunciava lo strillone davanti alla mia edicola, il giorno 9 agosto 2023, promuovendo l’acquisto de “Il Gazzettino”. Viene spontanea la domanda: vale la pena di lavorare, quando si può vincere al Grattaevinci una somma miliardaria? Vale la pena di studiare e faticare, quando una straordinaria scoperta può riscrivere tutto?
L’ingenuo titolista non si rende conto che la “scoperta” è un fatto puramente casuale, dovuto alla fortuna, ossia una botta di fortuna (per usare un eufemismo). La ricerca, invece, che può avere maggiori o minori risultati, è la condizione e la premessa che rende possibili nuove acquisizioni: essa necessita di tempi lunghi, di una solida preparazione di base, di pazienza e di attenzione e naturalmente ha bisogno anch’essa di fortuna.
Il sensazionalismo espresso nel titolo rivela molte cose. In primo luogo una compiaciuta ignoranza su Aquileia e la sua storia: dalla scoperta pare di capire che potrebbe trattarsi di una città già fiorente in epoca romana, che avrebbe continuato a vivere in età tardoantica ed avrebbe potuto avere collegamenti perfino via mare.
In secondo luogo è uno sberleffo a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla storia del Friuli, segnatamente di Aquileia, con umiltà, con pazienza e con duratura passione. Insomma non servono associazioni come la Società friulana di archeologia, l’attività che questa da molti anni prosegue e via dicendo. Limitiamoci ad affondare il badile nell’orto: se siamo fortunati affiorerà la gallina d’oro, come si credeva qualche secolo fa.
In terzo e ultimo luogo il modo in cui la notizia è diffusa (stavo per scrivere “manipolata”) impone una preoccupata domanda. Come potranno i colti e accurati giornalisti di cui trattiamo comunicare alla tribù degli ignari lettori i fatti, complessi e articolati, dell’economia o della politica?
“Meditate gente, meditate”.

Maurizio Buora