CODROIPO (Ud). Il castelliere di Gradiscje sprofondato sotto l’erba.

CODROIPO (Ud). Il castelliere di Gradiscje sprofondato sotto l’erba.

Risale all’età del bronzo. E conserva le tracce della storia del territorio del Medio Friuli. Non c’è nessun cartello però che vicino al parco delle Risorgive indica la presenza della Gradiscje di Codroipo, il castelliere che sorgeva in una posizione chiava al centro della pianura friulana. Nessun pannello informativo per spiegare che qui si trovava uno dei villaggi protostorici più importanti di tutto il Friuli che si attesta tra la seconda metà del XIV e il IX secolo a.C.
Ultimata nel 2014 la campagna di scavi annuali, iniziata nel 2004 dal museo civico archeologico di Codroipo in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici, la Società friulana di archeologia e con l’allora Istituto regionale per il patrimonio culturale, l’area adesso si trova in uno stato di abbandono. Interamente coperta dall’erba alta, tra fazzoletti e cartacce lasciate a terra. Irriconoscibile. Nulla si vede delle tracce dell’abitato dove sono stati rinvenuti reperti ceramici e bronzei oltre a piccoli lingotti metallici ancora da lavorare, un coltello, due punte di freccia, spilloni, numerose fusaiole per lavorare la lana.
La parola d’ordine, adesso, è valorizzazione. Ed è stato questo l’appello rivolto al Comune, proprietario del sito, dagli archeologi durante l’incontro promosso mercoledì, nell’ambito della rassegna dedicata all’archeologia e alla storia promossa per la fiera di San Simone. Rendendolo un sito dove svolgere attività didattiche, per esempio.
«Si tratta di un monumento identitario di questa nostra terra – riferisce l’archeologo Alexej Giacomini – . Adesso è lasciato a se stesso, abbandonato, non c’è un cartello informativo, ma solo erba alta. È necessario valorizzarlo e restituirgli la sua dignità di primo luogo della nostra comunità».
Appello che è stato accolto dall’assessore alla cultura Tiziana Cividini. L’obiettivo è quello di inserire la Gradiscje all’interno di un parco dei castellieri del Medio Friuli.
C’è innanzitutto da risolvere però un problema di scarse risorse. Ma non si demorde.
«Conclusa la campagna di scavo – afferma – serve un ripristino e una valorizzazione del sito. Puntando così anche sul turismo di nicchia, quello archeologico. La valorizzazione è necessaria altrimenti la ricerca rimane fine a se stessa».

Autore: Viviana Zamarian

Fonte: Messaggero Veneto, 27 ott 2017