ARCHEOLOGIA IN ROSA… SPECIAL – La monetazione di Cleopatra…”in soldoni”

ARCHEOLOGIA IN ROSA… SPECIAL – La monetazione di Cleopatra…”in soldoni”

Battere moneta costituì per la dinastia tolemaica un utile strumento di propaganda, sia a livello di politica internazionale che interna. La monetazione di Cleopatra VII proviene da più di una dozzina di siti, molti dei quali collocati nel Levante e ricopre l’intero arco del suo ventennale regno.
Nell’Egitto tolemaico la produzione di moneta aurea era cessata già all’epoca di Tolemeo V (210-180 a.C.) e Cleopatra scelse di non reintrodurla.
Decise, invece, di attuare una serie di riforme riguardanti la monetazione in argento e bronzo (quest’ultima venne nuovamente prodotta all’interno della zecca di Alessandria), che permisero alla produzione di moneta argentea in Egitto di raggiungere un valore equivalente al denario romano.
In Egitto, la regina si fece comunemente rappresentare nelle monete circolanti da sola, attraverso un ritratto che ricorda molto quelle del padre, Tolemeo XII: esso è caratterizzato da una linea del mento molto marcata, una bocca piegata verso il basso, occhi allungati (un riferimento ad Eracle che compare molto presto all’interno della dinastia) e un naso prominente, leggermente adunco. Al di là delle irrilevanti discussioni relative al suo fascino, è importante notare la potenza di tale rappresentazione.
L’opera propagandistica messa in atto dalla regina d’Egitto, che utilizzò le monete da lei coniate per celebrare le più importanti tappe del proprio regno, ebbe inoltre importanti e rilevanti ripercussioni sulla cultura romana, anche dopo la sua morte, avvenuta nel 30 a.C..
Gaia Mazzolo