«Quando si parte il gioco de la zara»: i giochi nelle opere di Dante, di Federico Guariglia.

«Quando si parte il gioco de la zara»: i giochi nelle opere di Dante, di Federico Guariglia.

Nel secondo balzo dell’Antipurgatorio, Dante e Virgilio sono circondati da anime dei morti per forza. Per spiegare come si comportano i due poeti attorniati dai purganti, Dante ricorre all’immagine del gioco della zara, una sorta di gioco d’azzardo medievale. La forma si ritrova, con lo stesso significato, già in Brunetto Latini, nonché in numerosi scrittori toscani del XIV secolo. Non è l’unico gioco citato da Dante. All’interno del Fiore di virtù, la “traduzione” del famosissimo Roman de la Rose, l’Alighieri cita i misteriosi giochi del coderone (LXIII, v. 5), delle tavole (LXIII, v. 2) e dell’ambassi (LXIII, v. 5). Il Sommo Poeta cita, inoltre, gli scacchi (LXIII, v. 2). In ognuno di questi giochi, l’«amico» del poeta è invitato a concedere la vittoria alla donna amata: «fa che ella sia la vincitore […] falla seder ad alti, e tu sie basso» (LXIII, v. 6 e 9). Gli scacchi appaiono anche in Paradiso, XXVIII, vv. 91-93: «Lo incendio lor seguiva ogni scintilla | Ed eran tante che il numero loro | più che il doppiar degli scacchi s’immilla». Il gioco degli scacchi è utilizzato per parlare del numero degli angeli nelle gerarchie celesti.

Intervento presentato venerdì 28 maggio 2021, per conto della Società Friulana di Archeologia nell’ambito di “Seguendo le Tracce degli antichi” in occasione della Giornata mondiale del gioco.

Registrazione: https://youtu.be/9gUCDN406BE